Perché è importante parlare di verde urbano
L’urbanizzazione è un fenomeno in crescita e implica che inevitabilmente sempre più persone vivranno in ambienti urbani. Una valutazione delle Nazioni Unite quantifica il fenomeno stimando che entro il 2050 circa il 68% della popolazione vivrà in città. Vivere in città significa accedere in modo più limitato alla natura, vedere aumentare l’esposizione a rischi ambientali, come l’inquinamento acustico e atmosferico. Le città sono, infatti, responsabili di una grande quantità di emissioni di inquinanti atmosferici e climatici, come il particolato, la CO2, il carbonio nero e il metano.
Per saperne di più leggi anche i contenuti legati alla tematica dell’inquinamento atmosferico.
Verde urbano ed effetti sulla salute
L’assenza di verde urbano comporta alcuni rischi per la salute, tra questi compaiono:
- Inattività fisica e obesità
- Malattie cardiovascolari e polmonari dovute all’inquinamento atmosferico urbano generato dai trasporti
- Malattie cardiache ischemiche e tumori derivanti dall’uso di energia da biomassa domestica
- Asma da inquinamento indoor e ictus
- Malattie legate al calore
In questo scenario, la presenza di spazi verdi nelle città è un importante fattore da sviluppare e valorizzare per i potenziali benefici sulla qualità dell’ambiente: più opportunità di condurre stili di vita attivi e la possibilità di mitigare gli impatti delle esposizioni ambientali migliorando la qualità dell’aria, attenuando l’inquinamento acustico e il calore urbano.
Tuttavia differenti tipi di vegetazione possono avere effetti diversi sulla salute: è bene ricordare che alcune piante rilasciano granuli di polline che possono riacutizzare asma e allergie. Inoltre l’inquinamento presente nelle aree urbane può aumentare il grado di allergenicità di pollini, un aspetto di cui è necessario tenere conto soprattutto in presenza di soggetti allergici.
Per saperne di più leggi anche i contenuti per i genitori e i cittadini:
Indice di vegetazione NDVI: cosa abbiamo misurato
L’indice di vegetazione NDVI (dall’inglese Normalized Difference Vegetation Index) è un indice correlato alla biomassa e al vigore vegetazionale che permette di valutare se la zona osservata (da telerilevamento spesso tramite satellite) contiene della vegetazione viva. L’indice NDVI è stato utilizzato a partire dagli anni Settanta del secolo scorso per monitorare le caratteristiche biofisiche della vegetazione delle grandi pianure americane. Successivamente l’indice è divenuto il principale indicatore da satellite della presenza di vegetazione sulla superficie terrestre e dell’evolversi della stessa nel tempo. Nelle rappresentazioni grafiche riportate sotto, al colore verde chiaro corrisponde un basso vigore vegetazionale, mentre al verde intenso un vigore alto. L’NDVI valuta la presenza di attività fotosintetica, mettendo in relazione lo spettro del rosso, in cui c’è assorbimento da parte della clorofilla, e quello del vicino infrarosso in cui le foglie riflettono la luce per evitare il surriscaldamento.
La vegetazione sana assorbe gran parte della luce visibile che la colpisce e riflette la maggior parte della luce del vicino infrarosso. La vegetazione rada o malata riflette di più la luce visibile e meno la luce del vicino infrarosso. L’NDVI è un indice semplice da interpretare. I valori possono variare tra -1 e 1, ma quelli compresi tra -1 e 0 sono tipici di aree non coltivate come corsi d’acqua e zone antropiche. La presenza di vegetazione assume valori maggiori di 0,2 con valori maggiori allo 0,6 che indicano una fitta vegetazione.
Di seguito proponiamo una serie di figure che presentano l’indice di vegetazione NDVI in diverse zone di Italia.