Come è distribuito il verde urbano in Italia?

Come è distribuito il verde urbano in Italia?

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  • 28 Dicembre 2019
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Dal verde di grandi parchi e ville ai piccoli giardini di quartiere alla vegetazione residenziale: come è distribuito il verde nel nostro paese?

Dal verde storico dei grandi parchi e delle ville ai piccoli parchi e giardini di quartiere, fino alla vegetazione residenziale: tutti gli spazi verdi diventano in città uno strumento prezioso per la promozione della salute mentale e fisica, della funzione cognitiva e immunitaria, oltre a ridurre la morbilità e la mortalità di chi vive in città.

Come è distribuito il verde nel nostro Paese?

In Italia, ci sono circa 3,6 milioni di alberi tra strade e palazzi. In altre parole il verde “fuori foresta” è pari all’1,4% del territorio nazionale. In media i cittadini dei 109 capoluoghi di provincia inseriti nell’analisi ISTAT hanno a disposizione 31,7 m2 di verde ciascuno. In teoria una quantità superiore ai 9-11 metri che il comitato per lo sviluppo del verde pubblico del Ministero dell’Ambiente considera sufficienti per garantire una buona qualità della vita nei contesti urbani. In termini assoluti, le grandi città come Roma, Milano e Napoli presentano le estensioni di verde più ampie, ma se si guarda il verde in rapporto alla popolazione queste città vanno a finire nella fascia medio bassa con 16 m2 per abitante a Roma, 18 m2 a Milano e 13 m2 a Napoli.

Le aree del verde storico e di parchi, ville e giardini rappresentano mediamente circa un quarto del verde urbano disponibile (circa il 23%), alle aree boschive spetta poco meno del 20%, al verde attrezzato costituito dai parchi più piccoli e dai giardini di quartiere con i giochi per i bambini il 14%, ai grandi parchi urbani (ovvero quelli superiori agli 8mila m2) poco più del 14%, alle aree di arredo che comprendono le aiuole, le piste ciclabili e tutte le aree verdi create a fini estetici o funzionali poco più dell’8%. Il restante spazio verde è distribuito tra le altre tipologie, quali i giardini scolastici (3,3%) e le zone incolte (7,4%) non sempre fruibili.

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