Inquinanti atmosferici ed effetti sul neurosviluppo
- Post by: Redazione
- 5 Dicembre 2019
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Effetti dell’inquinamento atmosferico nei primi 1000 giorni di vita sullo sviluppo neuropsicologico del bambino
CONTESTO
Lo sviluppo del sistema nervoso centrale è influenzato dall’esposizione a molteplici fattori (biologici, perinatali, ambientali, individuali) che agiscono già prima della nascita e nel primo periodo di vita. L’esposizione a inquinanti atmoferici (quali polveri sottili, ossidi di azoto, ozono, benzene) potrebbe essere particolarmente dannosa durante la prima infanzia, un periodo caratterizzato da un’elevata suscettibilità agli insulti ambientali e da uno sviluppo intensivo del sistema nervoso centrale. Obiettivo di questa revisione della letteratura è quello di riassumere le evidenze disponibili sugli effetti delle esposizioni precoci ad inquinanti atmosferici e il neurosviluppo del bambino nei primi anni di vita.
CARATTERISTICHE DELLO STUDIO
- Criteri di eleggibilità:
- Esposizione: inquinanti atmosferici compresi particolato (PM5, PM10), idrocarburi policiclici aromatici (IPA), monossido di carbonio (CO), anidride solforosa (SO2), monossido di azoto (NO), biossido di azoto (NO2), ozono (O3), benzene.
- Finestra di esposizione: gravidanza e primi anni di vita
- Esiti: disturbi del neurosviluppo quali: autismo e disordini dello spettro autistico, disturbi specifici dell’apprendimento (DSA), Disturbo da deficit di attenzione/iperattività (ADHD).
- Popolazione studiata: madri e bambini; esclusi gli studi su animali.
- Tipologia di studi: revisioni sistematiche.
- Lingua: italiano, inglese.
- Periodo: 1990-2019.
- Non restrizioni geografiche.
- Ricerca su PubMed: 01/03/2019.
- Strategia di ricerca (vedi Tabella 1).
RISULTATI PRINCIPALI
Da 298 record sono state identificate 62 revisioni, di cui 35 scartate perché non pertinenti, 5 in quanto non sistematiche e 10 in quanto semplici riassunti della letteratura, overview, riflessioni di tipo fisiopatologico; vengono quindi incluse 12 revisioni sistematiche della letteratura (Tabella 2). La Tabella 3 descrive gli articoli contenuti nelle revisioni, selezionati sulla base della finestra di esposizione definita (gravidanza e primi anni di vita).
La ricerca in PubMed di studi primari posteriori alla ricerca in letteratura condotta nelle revisioni sistematiche identificate (anni 2018 e 2019) ha trovato ulteriori 15 articoli (Tabella 4). La ricerca è stata realizzata utilizzando la strategia descritta in Tabella 1.
Per ulteriori informazioni consulta le Tabelle.
Un’associazione positiva tra esposizione a inquinanti atmosferici e disordini dello spettro autistico è segnalata per un aumento di esposizione precoce al PM2.5 di 10 mcg/m3 in studi condotti negli USA (metanalisi di 3 studi) e per lo stesso aumento di esposizione al PM10 (metanalisi di 6 studi). Una meta-analisi delle coorti di nascita europee non ha trovato alcuna associazione per il tratto autistico, ma non ha studiato la diagnosi dell’autismo. Una metanalisi di 7 studi di coorte e di 5 studi caso-controllo, che includeva anche uno studio con 6 coorti europee, ha trovato un aumento del rischio non statisticamente significativo per un aumento di esposizione al PM2.5 di 10 mcg/m3 durante l’intera gravidanza. In questa stessa metanalisi, l’esposizione all’ozono durante il terzo trimestre di gravidanza e durante l’intera gravidanza era debolmente associata ai DSA, ma queste stime si basano su due soli studi. Una recente metanalisi, che ha incluso i risultati di 6 studi, ha mostrato un effetto dell’esposizione al PM2.5 sui DSA. Evidenze più deboli e supportate da un numero inferiore di studi sono disponibili per esposizione a NO2 durante la gravidanza.
Nel complesso, le revisioni sistematiche degli studi sui DSA mostrano evidenze relativamente consistenti di un’associazione tra inquinamento atmosferico, in particolare esposizione prenatale al particolato, e autismo. Gli studi primari posteriori alla pubblicazione delle revisioni sistematiche identificate mostrano risultati inconsistenti.
Rispetto ad altri esiti del neurosviluppo:
- Evidenze limitate suggeriscono una possibile associazione tra esposizione a PM2.5 e ADHD, supportate anche da studi di neurofisiologia (con risonanza magnetica); tale associazione non sempre è confermata.
- Una recente revisione ha concluso che esistono prove sufficienti degli effetti negativi dell’esposizione pre o postnatale agli IPA sul quoziente intellettivo (QI) globale.
- L’esposizione agli IPA è stata associata in maniera relativamente consistente alla diminuzione delle funzioni cognitive, all’aumento dei problemi comportamentali e ai cambiamenti nella struttura del cervello rilevati dalla risonanza magnetica.
- Uno studio che ha analizzato gli effetti dell’inquinamento atmosferico sulla morfologia cerebrale (valutata con risonanza magnetica) ha trovato in bambini tra 6 e 10 anni un’associazione tra esposizione prenatale al PM2.5 e alterazioni strutturali della corteccia cerebrale implicata in maniera parziale nel controllo inibitorio.
CONCLUSIONI
Ci sono evidenze crescenti in letteratura di un’associazione tra esposizione ad inquinamento atmosferico nel periodo prenatale e postnatale e alterazioni dello sviluppo neurologico del bambino. Questo dato è confermato anche nel documento dell’Organizzazione Mondiale della Sanità “Air pollution and child health: prescribing clean air” (WHO/CED/PHE/18.01, 2018) che riassume le più recenti conoscenze scientifiche sui legami tra l’esposizione all’inquinamento atmosferico e gli effetti nocivi per la salute dei bambini allo scopo di informare e motivare l’azione individuale e collettiva degli operatori sanitari per prevenire i danni alla salute dei bambini.